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E' così che ho imparato......

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È così che ho imparato a lavorare
di Teresa

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Nel corso della vita, come tutti, ho imparato a fare diverse cose. Fin da bambina sono stata educata ad essere attiva e concreta, a fare che è molto più impegnativo del dire, ad essere e non ad apparire. Ho capito fin da allora che era più importante la sostanza rispetto alla forma. Oggi invece si tende di più al contrario.
L’educazione alquanto rigida che mi è stata impartita non mi è mai pesata, anzi, mi è stata molto utile.
I lavori che ho fatto generalmente li ho fatti bene, questo a giudizio di altri, perché per quanto mi riguardava, sapevo che avevano delle imperfezioni, anche se cercavo di fare del mio meglio; infatti la perfezione non esiste, tutto è perfettibile, solo Dio è perfetto!
Per imparare il mestiere bisogna osservare i maestri, rubare con l’occhio e poi metterci la passione e, alle volte, anche l’ambizione.
Ho sempre preferito essere subalterna invece che leader, perché mi piace collaborare ed essere utile agli altri.
A causa della Seconda Guerra Mondiale e, conseguentemente, del mio esodo e anche del mio cambio di residenza in diverse città, ho sempre accettato il lavoro che mi si offriva. Per fortune, anche se non immediatamente, tutti i lavori mi piacevano; e le persone che mi stavano intorno, in particolare i capi , se ne accorgevano e senza nulla chiedere avevo i riconoscimenti e le promozioni.
Imparare a far bene il proprio lavoro è una gran dote, perché se sai far bene il tuo mestiere, ti si offrono più possibilità e poi le soddisfazioni non ti mancano.
So di non avere alcun talento, ma il lavoro non mi ha mai creato dei problemi, ci sono sempre riuscita perché ci ho messo tanta buona volontà.
E’ in questo modo che ho imparato ad affrontare i vari lavori e tutte le prove che la vita mi ha imposto.

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Così ho imparato a cucinare
di PierMaria

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Per imparare dovete saper rubare con gli occhi, così diceva la mia mamma.
Io e le mie sorelle stavamo molto attente a ciò che faceva, così abbiamo imparato quasi tutto ciò che una donna deve saper fare.
Io per di stare vicino a lui, osservavo spesso ciò che faceva anche papà, così ho appreso qualche lavoretto prettamente maschile, e lo so eseguire al bisogno.
Diventata un po’ più grande, la zia impose a Tilde di migliorare il mio sapere: ascoltandola con molta attenzione, facendo spesso alcune cose per avere la certezza di aver capito.
Quando ho conosciuto mio marito, Tilde mi disse che dovevo imparare a conquistarlo anche per la gola. L’impegno fu doppio, aiutata anche da libri e riviste.
Il risultato ancora oggi è: Mamma, è la fine del mondo..

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